venerdì 6 maggio 2011

LA SOLITUDINE, che dolore immenso!

Spesso rifletto con i miei clienti sul senso della solitudine. Definiamola genericamente e superficialmente come l'assenza di relazioni affettive, amicali o sentimentali. Ma non basta, a volte le relazioni ci sono ma non sono soddisfacenti, ci sentiamo ugualmente soli. E allora definiamola come la mancanza di relazioni di affetto, intimita' e complicita'. E poi ci chiediamo: perche' non abbiamo costruito queste relazioni?
Ma soprattutto, esistono o e' la solita utopia - in fondo siamo tutti soli ecc...?

Cio' che suggerisco quando mi viene chiesto se esiste il vero amore, la vera amicizia,  il lavoro che ci realizza, il benessere psichico, e':
" non chiederti se esiste, tanto non puoi farne a meno, quindi vai a prendertelo!"

Possiamo realizzare i nostri desideri, ma dobbiamo conferirgli dignita'!
Se la condizione di solitudine ci crea sofferenza, e al contrario desideriamo vivere rapporti intensi, non accontentiamoci e andiamo verso cio' che ci piace e ci serve.
La natura ci insegna che le due cose sono spesso complementari, piacere e utilita'.
Pensiamo al piacere del bimbo che si alza sulle gambette per la prima volta, impara a camminare ma prima ancora gode del suo corpo e del movimento. Cosi' gli amici sono fonte di divertimento ma anche di confronto, apprendimento e crescita emotiva.
L'amore poi e' l'esplorazione per eccellenza, un viaggio intenso e sorprendente dentro noi stessi e nel mondo dell'altro, ed il piacere si declina in molti modi in questa circostanza.
Perche' rinunciarci? Impariamo dai bambini, cadono ma non smettono mai di camminare!

Poco per volta comincio a vedere chiaro sul più universale difetto del nostro genere di formazione e di educazione: nessuno impara, nessuno tende, nessuno insegna − a sopportare la solitudine.(Friedrich Nietzsche, Aurora, 1881)

Nessun commento:

Posta un commento