martedì 2 agosto 2011

Arriva l'estate, con essa la paura di viaggiare, volare e altre fobie

Come capirne lʼorigine e affrontarle

Sembra strano che uno dei momenti piuʼ attesi dellʼanno, la vacanza estive, faccia esplodere tutta una serie di paure, latenti durante lʼanno. Eppure eʼ cosiʼ, la paura di viaggiare, in macchina ma anche in treno, aereo, nave, si scatena con ansie anticipatorie e tachicardia costante.
Al solo pensiero dellʼautostrada infuocata, del charter che ci aspetta in pista o dellʼacqua che ci separa dalla meta estiva, molte persone - uomini e donne - hanno pensieri funesti, di tragedie annunciate e difficoltaʼ insormontabili.
La fantasia prende il sopravvento, gli scenari sono spaventosi, in testa cʼè solo la paura di morire, e quindi altro che vacanza!

La prima cosa da evidenziare è che queste paure incontrollabili possono presentarsi allʼimprovviso, senza apparente motivo, anche dopo anni di viaggi sereni e felici; non sono legati quindi alla novità del mezzo di locomozione, nè ad eventuali traumi legati al mezzo stesso: avere paura dopo un atterraggio di emergenza è prevedibile, dopo un incidente dʼauto o in treno comprensibile, ma la fobia è decisamente cosa diversa.

Innanzitutto i sintomi sono diversi: inizialmente pensieri ossessivi per avere il controllo della situazione - "che faccio se perdo il passaporto, se dimentico le chiavi di casa, se entrano i ladri ecc..." ne sono una dimostrazione! - poi una serie di sintomi fisici che vanno dall'ansia al terrore, dal batticuore alla tachicardia, dal desiderio di scappare alla fuga vera e propria, fantasie di morte che portano in extremis anche allo svenimento o stato di shock.

E anche le condizioni che scatenano i sintomi sono apparentemente comuni e innocue, ovvero il nostro corpo, gia' in preallarme, reagisce con violenza a stimoli "normali" quali la notizia in televisione che parla di viaggi andati male, oppure un piccolo rumore avvertito in viaggio diventa il segnale premonitore del prossimo disastro.

Essere cauti, attenti, previdenti va benissimo, ma l'ansia fobica di cui parliamo non serve a metterci al riparo da inconvenienti spiacevoli, piuttosto esprime due cose:

1) ci siamo avvicinati al viaggio con ansia, stress e stanchezza fisica, e con lo spirito del soldato che va alla guerra, una costrizione alla quale ci si sottopone malvolentieri!


2) ci sentiamo a disagio fuori dal nostro contesto, casa e lavoro, famiglia, posti noti, insomma non abbandoniamo volentieri la tana, perche' ci si aspettiamo solo il peggio dal mondo esterno!

Questi improvvisi attacchi d'ansia, paure incontrollabili e simili, servono a metterci al riparo da eventi potenzialmente destabilizzanti! Facciamo qualche esempio estremo.

La vacanza estiva rappresenta spesso il momento del "piacere", o perlomeno stimola le fantasie legate ad ogni tipo di piacere, da quello sessuale a quello affettivo o di puro divertimento, e quindi una giovane ragazza in viaggio con il nuovo fidanzatino potrebbe cercare, grazie alla fobia, di tirarsi indietro rispetto ai propri desideri sessuali, oppure evitare esperienze pericolosamente divertenti che la fuorvierebbero dal suo bisogno di
autocontrollo. Come la timida ragazza teme di esplorare il mondo del piacere cosi' una donna insoddisfatta potrebbe temere la liberta' e il contatto sociale, che normalmente controlla nel suo ambiente, e che in situazioni nuove potrebbero stimolare pensieri e desideri sopiti.

Discorso simile per gli uomini, che spesso rifuggono da viaggi e spostamenti perche' temono di trovare fuori casa cio' che non hanno e che invece desiderano, ovvero temono "di amare la liberta' e desiderare di fuggire via". Per molti uomini scatta anche l'ansia da " adesso dipende tutto da me", ovvero temono che qualsiasi inconveniente accada richieda il loro intervento, e quindi la paura di non essere all'altezza. Nell'idea di dover pensare a tutto e tutti, la vacanza comporta troppe variabili incontrollabili, quindi meglio limitarla nel tempo e nello spazio. Sempre lo stesso albergo, stessa localita', in tempi non affollati, dopo aver controllato meteo, previsioni e bollettini, con l'ansiolitico in tasca e con il pensiero "..tanto e' solo per una settimana". Spesso sono persone che temono il contatto sociale, trovarsi a stretto contatto con estranei gli crea disagio, tensione e aggressivita' mal celata.

Il primo passo da fare per risolvere queste ansie e' RICONOSCERLE, ovvero ammettere con se stessi che il sintomo ci protegge da desideri, pensieri e fantasie considerate inaccettabili o spaventose.


Poi bisogna esaminare queste fantasie e paure annesse, capire se sono determinate da fattori attuali - ad es. legate ad un matrimonio in crisi - o legate al quando inconsapevolmente abbiamo appreso messaggi del tipo :

"...non divertirti troppo e pensa sempre a mamma e papa' soli a casa a litigare..."

oppure

"...se ti allontani ti accadra' qualcosa di terribile, solo a casa sei al sicuro..."

"...siamo sempre rimasti tutti a casa insieme, perche' adesso ci tradisci e cerchi altro?"

E cosi' via, tante ansie servono ad esaudire richieste, implicite o esplicite, di chi ci circonda, e allo stesso tempo ci sollevano dalla responsabilita' di affrontare le nostre e altrui paure. Quando queste connessioni sono svelate, ognuno puo' cercare una strategia piu' sana ed efficace per "conversare con la paura e venire a patti con essa".
Allora partire non sara' piu' percepito a livello profondo come tradire, abbandonare, dimenticare, rendersi indipendenti a scapito di qualcun'altro, contraddire richieste regole, ma piu' semplicemente come seguire la propria natura di uomini/donne liberi di esplorare e fare esperienza.

Nessun commento:

Posta un commento