Rientro pausa estiva: lo stress di chi rientra, di chi
non voleva partire, e di chi non ha fatto vacanze!
Quest’anno vorrei porre l’attenzione sull’ambiguità del cosiddetto
“stress da rientro”, ovvero uno stato di insofferenza e leggero malessere che
sembra cogliere molti al rientro delle ferie. A parte l’ovvia difficoltà a
rientrare nei ritmi lavorativi, familiari e cittadini quotidiani dopo aver interrotto
la routine per alcune settimane, mi ritrovo spesso a confrontarmi con persone
che mostrano una forte insofferenza, non spiegabile con il classico “mal da
rientro”.
Mi accorgo che alcuni avvertono una sorta di delusione
legata alle aspettative vacanziere, ovvero dopo aver atteso per un anno intero
le 2-3 settimane di meritata libertà, al rientro appaiono scarichi e scontenti,
eppure raramente per problemi imprevisti, molto più spesso la vacanza in sé non
ha rappresentato un momento di cambiamento rispetto alla quotidianità, anzi, in
alcuni casi sembrano organizzate in modo da garantire una totale continuità.
Vacanza, dal latino vacantia, essere
sgombri, vacui… una nuova modalità da sperimentare, magari per accogliere
cose nuove!
Di qui lo stress, tanta attesa per nulla, e dinanzi un
nuovo anno all’ insegna della routine!
Allora
si sentono meglio coloro che, al contrario, non aspettandosi nulla di buono dalle
vacanze, preferiscono la loro quotidianità e attendono con ansia la fine di questo
breve periodo di stop per tornare a casa, e rincantucciarsi lì dove tutto è
noto.
Ma forse i più sofferenti potrebbero essere coloro che,
avendo mille idee per le vacanze, non possono realizzarle per motivi
lavorativi, economici, di salute.
Allora chi sono coloro che non risultano stressati?
Quelli che sanno sfruttare il tempo e le possibilità nel
migliore dei modi, conoscendo i propri desideri e volontà, orientano le proprie
esperienze nella direzione giusta, allora anche pochi giorni di vacanza sono
sufficienti a ricaricarsi, anche poche ore nel weekend possono essere foriere
di benessere: ovunque siamo, in casa, tenda, albergo, isola o montagna, conta
se quello è il luogo dove vorremmo essere, con le persone con le quali vorremmo
essere.
Se non è così, il malessere non ci aspetta al rientro, ma
ci accompagna.
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