lunedì 30 maggio 2011

Assistere un malato oncologico...

Assistere un malato oncologico, come affrontare la malattia senza annegarci dentro !


Da una ricerca avviata nel nostro Paese, così come a livello internazionale, si e' saputo che l’assistenza ai malati di cancro è in gran parte a carico degli informal caregiver, ovvero coloro che accudiscono questi pazienti non appartengono al mondo sanitario, anzi, sono quasi sempre dei familiari(1). Uno studio condotto sulla popolazione italiana rileva che il 92% del campione studiato è stato assistito da un informal caregiver negli ultimi mesi di malattia. Nello specifico tra i 1.271 caregiver che hanno partecipato all’indagine, il 46% è un figlio, il 31% il coniuge, il 20% un altro parente o un amico e solo nel 3% dei casi una figura sanitaria (1). 

Cosa significa assistere un malato oncologico? Troppe, tante cose. 

  

giovedì 26 maggio 2011

Organizzare le vacanze estive, come regalarsi un momento di benessere

Quest'anno voglio suggerire a tutti i miei clienti di affrontare le vacanze estive con spirito nuovo, per non incorrere nei soliti programmi stressanti che alla fine non accontentano nessuno. Osservate i piu' giovani quando organizzano le loro vacanze: innanzitutto sanno quello che desiderano, e cioe' fare cose nuove e divertenti, dedicarsi a se stessi ma in buona compagnia, con amici e partner. Il concetto e' questo, dopo un anno di lavoro e corse tra casa, scuola e lavoro, tutti abbiamo il diritto a dedicarci un po' a noi stessi, staccare la spina dalla quotidianita' e ricaricarci. Come ci si ricarica? Se non sappiamo rispondere a questa domanda, il problema e' piu' grosso di quanto crediamo.

Scavate, cercate dentro di voi, e troverete la risposta. A questo punto, scatteranno i classici meccanismi di resistenza, mascherati da giustificazioni pseudo-ragionevoli, del tipo "...adesso ci sono i bambini, il tempo e' poco, i soldi anche, soffro la macchina, la nave, l'aereo..."
Mille difficolta' rendono impossibile anche solo pensare di fare qualcosa di veramente speciale, e quindi si finisce per per restare nei vecchi schemi, soliti posti, tutto ordinato, case di vacanza che riproducono fedelmente la casa di citta', tv e console a farci compagnia. Risultato: stress, noia, litigi, voglia di rituffarsi nel tran tran invernale.

Ma quest'anno cambiamo le cose, scegliamo almeno una cosa da fare che sia per noi  importante e desiderabile fare, prendiamola come una vacanza di salute, per guarire dalla stanchezza annuale e' necessario dedicare del tempo ad un' attivita' "pacevole e non obbligata". Che sia leggere o fare windsurf, passeggiare in montagna o arrostirsi al sole, diamo dignita' e valore a cio' che ci fa bene, perche' cosi' ne gode anche la nostra famiglia, ed insegniamo ai bambini/ragazzi una lezione importante, che il piacere non muore dopo i 18 anni e che anche i genitori hanno diritto a esprimere e realizzare i propri piccoli ma importanti bisogni/desideri.
Come conciliare le esigenze di tutti? Ritorniamo all'esempio iniziale, dei giovanissimi che organizzano la loro vacanza: cartina alla mano, tenda sulle spalle, pochi soldi in tasca, sono capaci di fare meravigliose esperienze, perche' gli basta la  buona compagnia e la voglia di viaggiare, scoprire, sovvertire regole e orari, e lasciarsi andare.

Ecco, lasciatevi andare, focalizzate cio' di cui avete bisogno e sicuramente troverete una accordo con i vostri compagni di viaggio, altrettanto felici di poter trascorrere questi  momenti speciali insieme a voi.

venerdì 6 maggio 2011

LA SOLITUDINE, che dolore immenso!

Spesso rifletto con i miei clienti sul senso della solitudine. Definiamola genericamente e superficialmente come l'assenza di relazioni affettive, amicali o sentimentali. Ma non basta, a volte le relazioni ci sono ma non sono soddisfacenti, ci sentiamo ugualmente soli. E allora definiamola come la mancanza di relazioni di affetto, intimita' e complicita'. E poi ci chiediamo: perche' non abbiamo costruito queste relazioni?
Ma soprattutto, esistono o e' la solita utopia - in fondo siamo tutti soli ecc...?

Cio' che suggerisco quando mi viene chiesto se esiste il vero amore, la vera amicizia,  il lavoro che ci realizza, il benessere psichico, e':
" non chiederti se esiste, tanto non puoi farne a meno, quindi vai a prendertelo!"

Possiamo realizzare i nostri desideri, ma dobbiamo conferirgli dignita'!
Se la condizione di solitudine ci crea sofferenza, e al contrario desideriamo vivere rapporti intensi, non accontentiamoci e andiamo verso cio' che ci piace e ci serve.
La natura ci insegna che le due cose sono spesso complementari, piacere e utilita'.
Pensiamo al piacere del bimbo che si alza sulle gambette per la prima volta, impara a camminare ma prima ancora gode del suo corpo e del movimento. Cosi' gli amici sono fonte di divertimento ma anche di confronto, apprendimento e crescita emotiva.
L'amore poi e' l'esplorazione per eccellenza, un viaggio intenso e sorprendente dentro noi stessi e nel mondo dell'altro, ed il piacere si declina in molti modi in questa circostanza.
Perche' rinunciarci? Impariamo dai bambini, cadono ma non smettono mai di camminare!

Poco per volta comincio a vedere chiaro sul più universale difetto del nostro genere di formazione e di educazione: nessuno impara, nessuno tende, nessuno insegna − a sopportare la solitudine.(Friedrich Nietzsche, Aurora, 1881)