Uomini violenti e donne sottomesse: chi sono?
Molti uomini si chiedono come sia
possibile infierire su una donna, la propria compagna, costantemente e con
tanto accanimento; molti uomini non comprendono in generale cosa significhi
esercitare violenza su chicchessia, figurarsi su di una persona più debole
fisicamente, incapace di reagire e in più oggetto d’amore. Molti uomini
soffrono nel vedere una donna piangere e disperarsi, e spesso sono mossi da un
istinto protettivo nei suoi confronti che li induce a preservarla, almeno fisicamente.
Molte donne si chiedono al contrario
come sia possibile accompagnarsi ad un uomo che per abitudine alza le mani,
tira calci e pugni, ti manda all’ospedale una volta, due, tre, fino a
cancellarti dalla Terra. Molte donne trovano insopportabile un’aggressione anche
solo verbale e sono fermamente convinte che mai potrebbero accettare di essere
trattate come bambole da fare a pezzi.
Eppure alcune donne accettano,
subiscono, e alcuni uomini abusano, aggrediscono, spezzano, uccidono, psicologicamente
e fisicamente.
La rabbia potente che prova l’uomo
trova un capro espiatorio, un luogo su cui abbattersi e sfogarsi, un regno nel
quale può controllare e comandare senza pericolo di ribellioni o smentite, una
persona che con l’assenso gli conferma “…si, tu sei il mo padrone, e sono
felice così…”
Ma quando lei invece smentisce,
contrasta, si oppone, mostra di essere un individuo non sottomesso, la bolla
scoppia “…tu non sei il mio padrone, non ti appartengo e mi oppongo a ciò che
vuoi…”
La rabbia esplode, volta a ripristinare
l’ordine, il controllo “…ti sbagli, adesso ti mostro io chi comanda, il più
forte…”
Questi uomini e queste donne vivono
una realtà dolorosa, immersi nelle sabbie mobili di relazioni insane, non sanno
come uscirne, non sanno a chi chiedere aiuto, si vergognano della propria
condizione e mantengono il silenzio per anni, con la motivazione di voler
salvaguardare l’amore, la famiglia…
Le donne vittime di violenza
domestica sono persone di ogni età, ceto sociale, livello culturale, e così gli
uomini violenti, dal pregevole professionista al capace impiegato, operaio,
sindacalista, medico, disoccupato. Sono i nostri vicini di casa, la giovane
commessa o l’educato avvocato, il papà che porta il figlioletto a scuola, la
mamma che fa la spesa insieme a noi, eppure portano un segreto, che non
confidano neanche a se stessi, per paura del giudizio proprio e altrui.
Entrambi sono abituati a questi
exploit violenti, ma non ne percepiscono fino in fondo la perversione, l’insensatezza
e la pericolosità: queste relazioni sono insane e distruggono le persone che le
vivono! L’amore non c’entra nulla, il possesso è tutto!
Parenti ignari non immaginano tanto
orrore, parenti informati non sanno come intervenire, le donne pregano di
riuscire a resistere alle botte, gli uomini pregano di non perdere più la
calma. In molti casi però si può spezzare l’incantesimo senza esserne
distrutti, ma bisogna iniziare da se stessi, armati di coraggio, a testa alta, ammettendo
di dover affrontare un problema importante ma con la determinazione di chi sa:
sapere è potere!
Armati di tanta dignità, scegliere di
parlare, scegliere di desiderare una vita migliore, scegliere di amare senza
farsi del male, scegliere di farsi aiutare, consigliare, sostenere,
abbracciare. Scegliere di vivere e non sopravvivere, preservare il proprio
corpo come un tempio, scegliere di voler cambiare e migliorare, farsi aiutare.
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